Prima di arrivare a Partanna, bella cittadina della provincia di Trapani, a circa 400 metri slm si attraversa un territorio collinare ricco di vigneti ed uliveti, attraversato dai fiumi Modione e Belice.
Il territorio è stato abitato fin dalla preistoria, come testimoniano i reperti trovati nel corso degli scavi archeologici appena fuori paese: tombe e grotticelle, tombe a camera e numerose ceramiche del Neolitico, materiale esposto presso il Museo archeologico del Castello Grifeo.
Greci e Romani sono stati i successivi abitatori della zona, che si costituì in città vera e propria in epoca medioevale, sotto la dominazione araba, che fu sostituita successivamente dai normanni, che con la stirpe dei baroni Grifeo governò a lungo il territorio.
Insediatisi sul crinale, vi costruirono il loro castello fortificato attorno al quale vennero costruiti monti edifici religiosi, alcuni dei quali giunti fino a noi, come la Chiesa Madre e dando al paese il suo assetto urbanistico praticamente definitivo.
Nei secoli successivi si moltiplicarono gli edifici di civile abitazione ed i palazzi signorili edificati dalle famiglie nobiliari Pisciotta-Calandra, Todaro-Molinari, Rodi-Napoli, Palermo-Patera, e vennero costruite nuove chiese e conventi, spesso ingrandendo ed abbellendo alcune di quelle preesistenti.
Partanna, pesantemente colpita dal terremoto del Belice
Il violento terremoto di quarantacinque anni fa che ha colpito la Valle del Belice ha praticamente distrutto anche l’antico centro storico di Partanna, che nella ricostruzione ha perso molte delle sue caratteristiche, come gli arabeggianti cortili interni.
Tra i reperti storici di cui Partanna è ricca, il fiore all’occhiello è rappresentato dal suo Parco Archeologico, che comprende il sistema di Fossati dell’Età neolitica ed alcune necropoli risalenti all’Età del Bronzo e del Ferro.
Altre importanti scoperte nella campagna partannese, sono il Bicchiere Campaniforme di Torre Bigini e una serie di necropoli e insediamenti abitativi risalenti a diversi periodi storici e proto-storici.
Nelle sale del Castello Grifeo è ospitato l’ingente patrimonio
archeologico ritrovato: vasi, selci, ceramiche decorate, tazze, attingiti e resti di animali, quali elefanti, ippopotami, cervi.
Tra le cose da ammirare a Partanna ci sono, oltre alla Chiesa Madre con il suo organo ligneo seicentesco, il Convento delle Benedettine, la Chiesa di San Rocco, quella del Carmine, Palazzo Pisciotta-Calandra, Palazzo Todaro-Molinari e il Santuario della Madonna della Libera, meta di un sentito pellegrinaggio dei partennesi.
Dal belvedere rappresentato dalla piazza principale della città, nelle giornate più terse, si gode uno splendido panorama che spazia fino a Pantelleria e le isole Egadi.
Partanna, il turismo risorsa per il futuro
Il turismo, soprattutto d’estate, ha avuto un notevole incremento negli ultimi anni, soprattutto per merito di questa struttura e del Parco archeologico, ma anche le numerose iniziative che vi si organizzano richiamano in città molta gente da quelle vicine.
Il territorio è sempre stato vocato all’agricoltura ed in particolare alle coltivazioni della vite e dell’ulivo, soprattutto della varietà Nocellara del Belice, con una produzione di olio di alta qualità; notevoli anche gli agrumeti, e gli ortaggi, tra i quali spicca la cipolla a foglia larga, dolce e di colore rossastro.
Altro prodotto rinomato è la Vastedda Dop, formaggio di pasta filata, prodotto con il latte di pecora del Belice, una razza autoctona di antica origine; un formaggio piccolo, simile ad una focaccia, facilmente riconoscibile e con un sapore delicato, che fa parte dell’Arca del Gusto di Slow Food.