Fa il suo esordio nell’ampio mercato dei vini, con nuovi vertici e rinnovata immagine, il Consorzio Tutela Lambrusco. Annunciato alcuni mesi fa, il Consorzio nasce dall’incorporazione del Consorzio Lambrusco di Modena, Consorzio dei Vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa e del Consorzio Vini del Reno Doc.
Presidente del neonato Consorzio è stato nominato Claudio Biondi, in passato Presidente del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena e del Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi. Imprenditore agricolo di lungo corso, è vicepresidente di Cantine Riunite & CIV e di GIV (Gruppo Italiano Vini). Alla vicepresidenza è stato nominato Davide Frascari in precedenza a capo del Consorzio per la Tutela dei Vini Doc Reggiano e Colli di Scandiano e di Canossa.
Otto le denominazioni rappresentate
Il nuovo organismo di tutela rappresenta otto denominazioni, tra Modena e Reggio Emilia: Lambrusco Doc, Lambrusco di Sorbara Doc, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc, Lambrusco Salamino di Santa Croce Doc, Reggiano Doc, Colli di Scandiano e di Canossa Doc, Reno Doc e Bianco di Castelfranco Emilia Igt. Complessivamente rappresenta un vigneto di circa 16.600 ettari coltivati a vite e una produzione che nel 2020 ha superato del 3% i 42 milioni di bottiglie di Lambrusco Doc del 2019.
“È un giorno importante per il nostro Consorzio, che inizia ufficialmente la sua attività attraverso la prima seduta del suo consiglio di amministrazione – ha detto Biondi – Quello che ha portato all’unificazione del variegato mondo del Lambrusco è stato un percorso lungo: ora la sfida sarà definire le strategie di comunicazione e i progetti di promozione più efficaci, sia a livello nazionale che internazionale, continuando ad apportare un contributo in un settore che, come tutti, ha subito i contraccolpi della recente pandemia“.
Tra le novità il lancio di una nuova immagine contrassegnata da una grande L. “Una forma – ha affermato Biondi – che vuole richiamare il movimento brioso delle bollicine presenti in tutte le versioni di Lambrusco e, allo stesso tempo, ricorda quasi un sigillo, come quelli in ceralacca che chiudono le lettere e i regali più intimi e preziosi“.