Nel 1946 Teresa Masi, dirigente dell’Unione Donne Italiane, scrisse a Pietro Longo: “Scegliamo un fiore povero, facile da trovare nelle campagne”, e – dato anche il periodo della celebrazione – la scelta cadde sulla mimosa.
In seguito nacque la Torta Mimosa, tipica dell’8 Marzo per omaggiare le donne nella Giornata Mondiale a loro dedicata.
Le origini
Spesso l’origine di alcuni dolci tipici è avvolta da un fitto mistero, fatto di piccoli ritocchi dovuti alla regione in cui ci troviamo o alla sperimentazione degli ingredienti, non è il caso della torta Mimosa: sappiamo che è nata a Rieti negli anni Cinquanta, dalle sapienti mani dello chef Adelmo Renzi, originario di San Filippo di Contigliano, titolare di un ristorante nel centro della cittadina.
Per un certo periodo la ricetta della torta Mimosa è rimasta esclusiva del suo creatore, fino al maggio del 1962, quando portò la torta a Sanremo per un concorso di pasticceria: l’idea era quella di omaggiare la città dei fiori, vinse il concorso dolciario indetto quell’anno e da allora cominciò a essere replicata in tutta Italia, anche se Adelmo Renzi non ha mai voluto rivelare la propria ricetta. Si sa solo che pensò di ricoprire l’intera superficie della torta con pezzetti di pan di Spagna che potevano ricordare i piccoli fiori gialli.
«Realizzai un dolce molto semplice – ricorda – perché gli altri pasticceri avevano presentato torte elaborate e questa mia scelta fu premiata dalla giuria. La mimosa piacque talmente tanto che subito mi chiesero la ricetta, ma io non l’ho mai rivelata».
Ciò non ha impedito al dolce di entrare a far parte della tradizione gastronomica relativa all’8 Marzo.
Neppure davanti alle telecamere giapponesi Adelmo Renzi, che alla sua torta Mimosa hanno deciso di dedicare un programma speciale, da trasmettere nel paese del Sol Levante in omaggio al fiore più amato dai nipponici dopo i “sakura”, ha deciso di rivelare i suoi segreti.
Composizione
La superficie del dolce è fatta di cubetti di pan di Spagna ; per realizzarli occorre tagliare orizzontalmente una fetta di pasta spugnosa e rimuoverne la parte interna che, sbriciolata, viene usata per creare “l’effetto mimosa”.
Il pan di Spagna della copertura spesso è bagnato con liquore dolce, Marsala o Maraschino, raramente succo d’ananas.
Nella farcitura troviamo la crema pasticcera, cui può essere aggiunta un po’ di panna montata o in certi casi della confettura, ma c’è anche chi impiega fragole e ananas o frutta sciroppata.
Infine per esaltare il giallo della cupola si spolvera le briciole di pan di Spagna con un po’ di curcuma.