Nel primo fine settimana di febbraio Verona ha ospitato la tradizionale Anteprima Amarone, giunta alla 16a edizione, nel corso della quale il Consorzio di tutela vini Valpolicella ha illustrato l’indagine condotta negli Stati Uniti e in Cina da Wine Intelligence su commissione del Consorzio.
Dati molto interessanti, che fotografano una situazione in continua evoluzione, dove si evidenzia come i consumatori esteri sono disposti a spendere più della media, bevono con maggiore frequenza e in maniera più diversificata, e mostrano una maggiore propensione verso etichette europee e Made in Italy in particolare.
Complessivamente la Germania rimane la prima destinazione con una quota di mercato del 16%, tallonata ora dagli Usa (15%) e dalla Svizzera (12%). Poi Regno Unito (11%) e Svezia. In totale l’export per l’Amarone vale il 65% delle vendite.
E’ un segmento di appassionati di “fine wine” che rappresenta rispettivamente il 7% e il 12% dei bevitori regolari di vino negli Stati Uniti e in Cina.
Amarone: USA, Cina e Paesi Arabi
I vini di lusso sul mercato emergente cinese vengono associati al prestigio dell’etichetta, a partire dal produttore, dalla regione di origine o dai punteggi della critica e l’Amarone della Valpolicella sta raccogliendo segnali interessanti in un paesi che, a detta di molti, rappresenta il futuro della denominazione.
Diverso il discorso per gli Stati Uniti, dove sono le considerazioni sulla qualità del prodotto a prevalere, accompagnate da un’emergente attenzione alla sostenibilità ambientale ed all’eno-turismo.
Dopo i vini californiani, i consumatori che possono permetterselo acquistano più vini italiani (59%, grazie a Valpolicella e Amarone, Chianti, Prosecco) che francesi (40%), e dimostra una conoscenza sopra la media anche delle denominazioni venete, con il Valpolicella in salita.
I consumatori di alta gamma in Cina, invece, scelgono prevalentemente vino cinese (47%) e francese (47%), simbolo di prestigio e status sociale, pur dimostrando più attenzione della media nei confronti del vino italiano (scelto dal 30% dei consumer premium cinesi contro il 19% di quelli regular), cileno (25% vs 20%) e spagnolo (22% vs 15%).
Anche qui il Valpolicella vede migliorare la sua penetrazione, mentre l’Amarone registra risposte pressoché invariate in termini di acquisto (7% dei consumatori regolari e 6% di quelli premium). Nel Paese del Dragone buona anche la notorietà dei vini siciliani, toscani e Barolo.
Particolarmente interessante anche la presenza sul mercato dei Paesi Arabi, dove il turismo di fascia alta da tutto il mondo è in crescita esponenziale e la richiesta di vini importanti ne è una logica coonseguenza.
L’Amarone si conferma anche ai vertici delle vendite dei rossi italiani anche on line. A dirlo i dati raccolti da Tannico su 100 mila clienti. “Segmentando il nostro database – ha raccontato Marco Magnocavallo, amministratore delegato di Tannico – considerando come fine wine quelli con un prezzo superiore a 15 euro, l’Amarone si posiziona al terzo posto a pari merito con Bolgheri, preceduto da Brunello di Montalcino e Barolo”.