Una delle ultime cittadine prima di lasciare le vallate dolomitiche del Veneto in direzione est, verso la Carnia, è Sappada, piccola località a 1250 metri slm nella vallata del fiume Piave, le cui sorgenti, sul monte Peralba, sono poco distanti.
Sappada, meno di 1500 abitanti, è circondata da imponenti e suggestivi massicci dolomitici, caratterizzata da un paesaggio fatto di pascoli e boschi di conifere, laghetti alpini e cascatelle, che ne hanno fatto una rinomata e ricercata località turistica sia estiva che invernale, seppur non “intasata” come altre località dell’arco alpèino e delle Dolomiti, patrimonio Unesco.
Da mille anni tra queste montagne
Trattandosi di un’isola linguistica germanofona, pare che l’origine di Sappada cada a cavallo del millennio, quando un gruppo di famiglie scesero dalla vicina Austria, per insediarsi nella vallata, allora disabitata, iniziando le opere di disboscamento e di coltivazione.
In breve tempo si vennero formando le borgate che ancora oggi costituiscono Sappada, con le caratteristiche case in legno adagiate nel soleggiato versante nord della valle.
Nei secoli successivi Sappada, molto isolata e circondata da alte montagne, rimase abbastanza immune dalle lotte per il dominio territoriale e subì i vari eventi dell’epoca senza gravi danni.
Nel 1500, il commercio del legname dei suoi boschi con la Repubblica di Venezia si aggiunge all’agricoltura e alla pastorizia praticata da sempre.
Gli eventi più drammatici per il paese si verificano solamente durante la prima guerra mondiale, molte delle cui battaglie vengono combattute sulle creste che circondano questa vallata e che provoca anche l’esodo forzato di buona parte della popolazione, a causa del suo dialetto influenzato dalla lingua tedesca, verso altre regioni italiane.
L’emigrazione verso Austria, Germania e Svizzera caratterizzò anche il secondo dopoguerra, causato dalla crisi economica e dalla mancanza del lavoro; situazione che si invertì con l’esplosione dell’industria turistica a partire dagli anni ’70.
Le casette in legno
Una delle particolarità di Sappada sono le sue caratteristiche costruzioni di tendenza nordica, rustici e case completamente in legno, che costituiscono il prezioso patrimonio architettonico del paese.
Queste strutture, che in estate si riempiono di bellissimi e coloratissimi gerani, sono visibili a Sappada Vecchia e a Cima Sappada, costruite con l’antica tecnica del blockbau a travi sovrapposte in orizzontale e incassate agli spigoli.
Sono numerosi gli edifici religiosi presenti nel territorio sappadino: chiese, oratori, cappelline rupestri, rustici crocifissi che appaiono improvvisamente agli incroci dei tanti sentieri che percorrono i boschi circostanti o le vette dei suoi monti, a testimoniare un’antica devozione della popolazione locale.
L’ambiente che circonda Sappada è ancora incontaminato; nei boschi che ricoprono i pendii dei suoi monti sono tantissimi le specie animali ed i vegetali che ci vivono; in altura si possono incontrare marmotte, camosci, cervi, caprioli e vi nidifica la rara Aquila del Bonelli.
Sappada, l’Orrido dell’Acquatona
Un luogo particolarmente suggestivo, percorribile fino in fondo, è l’Orrido dell’Acquatona, una profonda fenditura nella roccia alta una cinquantina di metri, scavata dal Piave nel corso di migliaia d’anni.
Una decina sono poi i rifugi e le baite che d’estate accolgono gli appassionati di trekking e di escursioni in mezzo alla natura e d’inverno gli sciatori, offrendo ospitalità e ristoro con i prodotti tipici di questa terra di confine, in parte cadorina ed in parte carnica.
Numerose sono le manifestazioni organizzate dai sappadini per allietare i turisti ospiti, a partire dal suo particolare carnevale, diviso in quello dei poveri, dei contadini e dei signori, richiamando un’epoca antica, caratterizzato dalla maschera del “rollate”, un personaggio che indossa una pesante pelliccia simile a quella di un orso e pantaloni rigati, col volto coperto dalla tipica maschera intagliata nel legno e delle sfere di bronzo lagate in vita che risuonano rumorosamente per segnalare il suo passaggio.
Un folklore molto caratteristico e divertente
Il folklore sappadino si esprime anche attraverso le danze e le musiche del gruppo folcloristico degli Holzhockar, i taglialegna, che esegue le danze mimiche della vita di un tempo, che tradizionalmente animano le sagre e le feste del paese.
Tra queste, ci sono anche “Borgate in festa”, chioschi e stand enogastronomici con vendita di prodotti artigianali; il “Festival del folklore”; il ”Festival delle Vacanze Musicali a Sappada”; Sappada d’Estate”; la “Festa del Fieno” quella delle sculture in legno, Sant’Osvaldo e “SappaMukky”, caratteristica fiera dei prodotti e dell’allevamento alpino.
Il territorio sappadino è ricco di pascoli, dove viene praticato l’allevamento delle mucche da latte, da cui la popolazione trae una parte del proprio reddito, anche grazie alla varietà dei suoi saporiti formaggi e dei prodotti derivati dalla lavorazione del latte; il turismo estivo ed invernale, che comunque non è praticato in modo “intensivo e di massa” fa il resto.