Nel territorio comunale di Tollo, in provincia di Chieti, un comune di circa 4200 abitanti dove la coltivazione della vite e la produzione vinicola rappresenta l’elemento vitale della popolazione, si produce un vino, il Tullum, diventato Doc di recente.
Tollo, infatti, fu rasa al suolo durante la Seconda Guerra Mondiale, ma proprio grazie alla viticoltura, praticata nella zona fin dall’epoca romana e conosciuta per la produzione della Lacrima di Tollo, ha saputo ricostruire la propria identità inaugurando un nuovo percorso per l’enologia regionale, che negli ultimi decenni ha prodotto solo Trebbiano d’Abruzzo e Montepulciano d’Abruzzo o quasi.
Tullum, un vino simbolo di rinascita
Un vino che è anche un simbolo della rinascita di questo territorio ed un messaggio di speranza per l’Abruzzo e le sue aziende colpite dal terremoto.
Il disciplinare prevede che i vini Tullum siano prodotti esclusivamente con uve della cittadina di Tollo e le singole tipologie debbano provenire dalle specifiche zone del mappale, con una scelta estremamente rigorosa frutto di un lungo studio, che non solo individua i confini della Doc ma anche i luoghi dove è autorizzato l’uno o l’altro vitigno.
Il Tullum Doc deriva dagli autoctoni Pecorino e Passerina, che hanno una resa per ettaro molto bassa: non potranno produrre più di 90 quintali per ettaro e vedranno esclusi i vigneti di fondovalle al di sotto degli 80 metri slm; la vinificazione inoltre potrà essere effettuata esclusivamente in zona.
Le tipologie prodotte sono il Tullum Rosso e Rosso Riserva, un cru derivante da uve Montepulciano vinificate in purezza; il Tullum Bianco e Bianco Riserva, il Tullum Pecorino, un vitigno storico dell’Abruzzo, inizialmente apprezzato per la sua rusticità, poi quasi abbandonato ed oggi recuperato, che si distingue per le sua eleganza, con delicate note speziate; ed infine il Tullum Passerina, fresco, minerale e fruttato.