Il Preboggion, chiamato anche o prebuggiún o in altro modo a seconda delle zone, è un insieme di erbe spontanee la cui raccolta da sempre viene eseguita un po’ in tutta la Liguria.
Consiste in un’accurata selezione di erbe, raccolte e poi bollite, molto usate per minestre, frittate, torte pasqualine ma in particolare per il ripieno dei pansoti in salsa di noci, tipica ricetta ligure.
Preboggion è un termine dialettale di queste terre difficilmente traducibile, che deriva probabilmente dal verbo preboggossia pre-bollire, nel senso di scottare.
Le erbe che compongono questa miscellanea variano da valle a valle e in funzione della stagione e benché il loro mercato sia locale, alcuni piatti che con queste si preparano sono noti a livello nazionale, primi fra tutti i pansoti, grossi ravioli il cui ripieno è realizzato con il preboggion.
Erbe spontanee: sempre più raro chi le sa riconoscere
Oggi non è facile trovare le erbe per il preboggion perché sono sempre più rare le persone in grado di riconoscerle.
Le erbe più comunemente raccolte per la sua preparazione sono la talaegua (Reichardia picroides), la scixerbua (Sonchus oleraceus), il bell’ommo (Urospermum dalechampli), il dente de càn (Taraxacum officinalis) o tarassaco, la borraxe (Borrago officinalis) o borragine, l’ortiga (Dioica), la pimpinella (Sanguisorba minor), i denti de cuniggio, o radicchio selvatico (Hyoseris radiata), il papàvau (Papaver roeas) e gê (bietole). L’erba maggiormente apprezzata è la talaegua: più è presente e meglio risulta il preboggiòn.
Questa miscellanea di erbe viene semplicemente bollita e condita con olio e limone per accompagnare deliziose focaccette a base di mais; la torta pasqualina oppure viene utilizzata per il ripieno dei più famosi pansòti, ottime per la digestione,
A parte il significato originario, il preboggion viene interpretato in svariati modi: talvolta indica un piatto a base di patate lesse condite con soffritto di cipolle e nel quale non ci sono affatto erbe spontanee; in altri casi un minestrone a base di ortaggi coltivati; nel Levante è addirittura sinonimo di fiori di zucca.
Non esiste una preparazione vera e propria: è sufficiente pulire le erbe, lavarle e bollirle; quindi condirle e utilizzarle come base per altri cibi.