Nella pianura padana, Emilia piacentina, c’è Grazzano Visconti, un finto villaggio trecentesco costruito dal conte Giuseppe Visconti di Modrone, innamorato del medioevo, attorno al suo, questo si, antico castello di famiglia agli inizi del ‘900.
Questa bizzarra realizzazione non la si trova in America, ma nel bel mezzo della pianura Padana, in comune di Vigolzone, lungo la Valle Nure.
Accanto alla bella costruzione, eretta nel ‘300 per dare protezione e rifugio alle genti del luogo – che fu prima dei Visconti, poi degli Anguissola e poi di nuovo dei Visconti – venne mano a mano prima inventato e poi eretto un borgo medioevale così completo da sembrare vero.
E così ecco le case in mattoni dai bei portici, sotto i quali si aprono le botteghe artigiane, la canonica chiesetta, le scuderie e, nel bel mezzo, il palazzo comunale con tanto di loggia e torre, ad imitazione degli antichi broletti lombardi, ove i magistrati del comune amministravano la giustizia.
Nulla è stato lasciato al caso; se medioevo doveva essere, che fosse autenticamente lombardo, come da cultura e tradizione dei luoghi, anche se geograficamente siamo in terra d’Emilia.
Ma non basta; anche la scenografia è particolarmente curata, con una sapiente distribuzione del verde, che presenta gruppi di alti alberi alternati a spiazzi di radura.
Completano poi il quadro, specie nei giorni festivi, quando si fa più massiccio l’afflusso dei visitatori, personaggi in costumi dell’epoca ed in particolare giovani donne, che indossano abiti i cui modelli sono tratti da autentiche pitture del piacentino.
Intorno, intanto, fervono i lavori di mastri artigiani che, utilizzando tecniche centenarie, producono mobili in stile antico o si dedicano alla tipica lavorazione del ferro battuto.
La loro maestria e sapienza nel trattare la materia prima, vengono poi offerte alle giovani leve che desiderano avvicinarsi all’artigianato attraverso una scuola professionale, perché nulla di questo patrimonio culturale vada perduto.
Grazzano Visconti, un sogno diventato realtà
Il sogno del conte di vedere eternato il mondo dei suoi antenati è, insomma, divenuto realtà, a beneficio di colui che ha fermamente voluto questo impianto medioevale, ma anche di migliaia di turisti che in questi decenni hanno visitato Grazzano Visconti, attratti e soggiogati dal fascino di un “falso vero” che è meglio di tanti “veri falsi” che la società di oggi è solita propinarci.
Il villaggio è sempre aperto ai visitatori e, dato l’afflusso turistico, è in funzione anche un ufficio informazioni a cui ci si può rivolgere per saperne di più su feste, manifestazioni e quant’altro succede a Grazzano, dove sono numerose le manifestazioni che si organizzano durante tutto il corso dell’anno, la maggior parte delle quali, ovviamente, richiama simbologie medievali, in tema con l’architettura e la filosofia del borgo.
Per mangiare il paese, ed i suoi dintorni, offre diverse “taverne” e ristoranti dove gustare, oltre agli immancabili piatti di ispirazione medioevale, pure tutte le specialità della cucina piacentina come la “burleina”, la “chisola” una focaccia di ciccioli, la “picula” di cavallo, i pisarei coi fagioli, i tortelli alla piacentina, accompagnati dagli ottimi vini dei colli piacentini, dal Gutturnio al Bonarda, dall’Ortrugo al Barbera ed al Malvasia.