Nella verde valle Imagna, una laterale della val Brembana, in provincia di Bergamo, a poco più di 900 metri slm all’ombra del monte Resegone, c’è il piccolissimo borgo di Brumano, che conta meno di 90 abitanti, anche se negli ultimi dieci anni c’è stato un incremento del 25%.
Il paese è di origini romane; lo stesso nome deriva da Bruma, caratteristica che ha sempre accompagnato il piccolo borgo dell’alta bergamasca, in una zona di bassa esposizione solare, ai confini con la Valsassina e provincia di Lecco.
E’ stata proprio questa sua posizione che ne impedito, nel corso dei secoli, uno sviluppo, limitandone il numero degli abitanti ed attività economiche diverse dalla pastorizia, allevamento di bestiame, lavori nei boschi come taglialegna e carbonai.
Un isolamento che in epoca medioevale ne ha comunque salvaguardato l’integrità, quando nei paesi della bassa infuriavano le guerre e le lotte per il potere, facendo di Brumano anche un rifugio per chi scappava da questi eventi.
Il suo territorio è stato per alcuni secoli il punto di confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, come attesta un cippo stradale sul Valico della Passata, datato 1791.
A fine ottocento il piccolo borgo si arricchì della costruzione di una nuova chiesa parrocchiale dedicata a San Bartolomeo, in sostituzione di quella più antica, sconsacrata; nel centro del paese c’è un antico lavatoio che le donne del borgo un tempo usavano per lavare i panni di case.
Da qui partono diversi sentieri che si inoltrano nei boschi del monte.
Infatti negli ultimi anni Brumano ha scoperto un piccolo sviluppo turistico, soprattutto estivo, di persone che vogliono godere della bellezza della natura e della tranquillità del posto.
Da qui si possono anche compiere una gran quantità di escursioni, la maggior parte verso le cime del Resegone e la Valsassina; inoltre, nei pressi dell’abitato, si possono ammirare numerosi bassorilievi plasticamente scolpiti negli anni ’30 direttamente nella roccia viva.