Il basilico genovese è l’autentico emblema della Liguria, le sue origini e tradizione sono certificate dalla D.O.P., che garantisce un prodotto dal profumo unico, che esprime il meglio della dieta mediterranea; è l’ingrediente che consacra la tipicità e il successo del pesto in tutto il mondo e la notorietà del basilico.
Le peculiarità del basilico genovese sono frutto dell’adattamento e del forte lavoro umano che sta dietro a questa coltura, gli elementi ambientali da cui dipende il suo aroma sono la zona di coltivazione e il suolo: il Basilico genovese DOP è coltivato sul versante a mare della Liguria e su terreno naturale.
Il basilico genovese DOP garantisce tradizione
Per il consumo fresco viene coltivato tutto l’anno in serra, dove viene raccolto rigorosamente a mano, estirpando le piantine intere, una alla volta che sono poi confezionate, complete di radici, nei tipici “bouquet” contraddistinti dai marchi D.O.P. contenenti anche la terra d’origine; tecnica “storica”, nata per preservare le freschezza e il profumo del basilico genovese.
Per la trasformazione industriale viene coltivato per lo più all’aperto in estate e raccolto a sfalcio, prendendo solo la parte apicale della pianta, quella appena cresciuta, che risulta più tenera e profumata. In questo modo anche nella lavorazione industriale si parte da un prodotto di altissima qualità.
La coltivazione in Italia e la tutela della biodiversità
Una ricognizione effettuata da CeRSAA e Università di Bologna, in collaborazione con alcune delle più importanti aziende di trasformazione alimentare italiane, ha evidenziato che le superfici coltivate a basilico in Italia superano gli 800 ha, di cui oltre 100 in Liguria, dove prevale la produzione certificata DOP e riveste una importanza cruciale per l’economia del territorio da oltre un secolo.
“Quando la biodiversità ha un problema, l’umanità ha un problema”, sottolinea l’ONU, dobbiamo sempre ricordare che la biodiversità ci fornisce anche il cibo di cui ci nutriamo: oltre l’80% della nostra dieta è a base vegetale.
Se parliamo di coltivazione sostenibile, sicuramente il Basilico genovese DOP è un esempio concreto poiché non è previsto l’uso di particolari sementi, ma si parte dall’impiego di ecotipi o selezioni della specie Ocimum Basilicum, scelti in funzione delle loro caratteristiche espresse in campo, che devono riguardare in particolare la forma della foglia, l’aroma intenso e caratteristico con assenza totale di sentori di menta.
Nel rispetto dell’ambiente
In serra le piantine vengono coltivate tutto l’anno ma su piccole superfici, importante contro il dissesto e per la manutenzione del paesaggio rurale; la gestione della coltivazione in serra è, inoltre, basata sul corretto impiego delle pratiche agronomiche volte a ridurre al minimo l’intervento chimico.
“La Dop economy è ormai una realtà affermata. E rappresenta la sintesi del lavoro coordinato di operatori, Consorzi di tutela, istituzioni, comunità locali, con una forte rilevanza economica, e non solo, per tutto il territorio – spiegano Ruggero Rossi vicepresidente del Consorzio del Basilico genovese DOP, il presidente del Consorzio dell’Olio DOP Riviera Ligure, Carlo Siffredi e il presidente dell’Enoteca Regionale, Marco Rezzano. – Le nostre filiere hanno un ruolo fondamentale di presidio e difesa di intere comunità. Sono tanti i territori interni, svantaggiati, spesso a rischio di spopolamento che grazie alle DOP hanno visto ricreare i presupposti per far rimanere o far ritornare giovani e famiglie in molti piccoli paesi.”
Il Mercato Ortofrutticolo di Genova si conferma ancora una volta il punto di riferimento per la produzione ligure di qualità.
Protagonista del momento
Per sottolineare ulteriormente l’italianità del film del momento, il profilo ufficiale Twitter del film Pixar Luca ha condiviso la ricetta originale delle trenette al pesto che ha come ingredienti basilico di Pra, sale grosso, pecorino, parmigiano, olio, pinoli e aglio, per ricreare il piatto tipico della cucina ligure omaggiato nel lungometraggio d’animazione Disney e Pixar. Vedere Luca, Alberto e Giulia – i protagonisti di “Luca” – mangiare piatti tipici della tradizione ligure, è uno dei tanti dettagli che il regista Enrico Casarosa ha inserito per omaggiare non solo l’Italia, ma soprattutto la sua terra d’origine, la Liguria.