Nel suggestivo equilibrio tra spiritualità e piaceri della tavola, Profumo d’incenso, profumo d’arrosto di Mariangela Cianti Rinaldi e Lavinia Rinaldi ci accompagna in un viaggio inedito tra le stanze più riservate del Vaticano: le cucine pontificie. Dodici racconti – come i mesi di un Anno Santo – raccontano altrettanti pontefici da una prospettiva inusuale, quella gastronomica, rivelando un lato umano, conviviale, persino goloso di figure storicamente avvolte da incenso e austerità.
Il libro, pubblicato da Trenta Editore, fonde ricerca storica e cultura enogastronomica con stile narrativo brillante e rispettoso. Ogni capitolo si sofferma su un Papa e sul suo rapporto con il cibo, restituendo ritratti saporiti tra aneddoti, ricette originali e atmosfere d’epoca. Ne emerge un mondo di profumi e sapori che racconta abitudini, gusti personali e anche una certa arte diplomatica della tavola, dove arrosti succulenti, dolci elaborati e vini scelti diventano parte della liturgia quotidiana.
Banchetti che fanno storia
Tra i ritratti più curiosi, quello di Leone XIII e il suo amore per il Bordeaux, ingrediente principe di un raffinato risotto riportato nel libro con ricetta completa. Ma ogni Papa ha la sua tavola, e ogni piatto racconta molto più di quanto si creda: preferenze culinarie che parlano di epoche, caratteri, contraddizioni. Non manca lo sguardo degli chef di corte, silenziosi protagonisti di ricevimenti e banchetti che hanno fatto la storia.
Per chi cerca un ponte tra il sacro e il quotidiano, Profumo d’incenso, profumo d’arrosto è un piccolo tesoro. Un libro che si legge col naso all’insù – tra incenso e arrosto – e l’appetito ben desto. Il testo non si limita alla cucina, ma esplora le sfumature sociali, simboliche e persino politiche del cibo: banchetti come strumenti di potere, digiuni come manifesti spirituali, tavole che riflettono epoche e caratteri. Le cucine pontificie diventano così luoghi di diplomazia e devozione, in cui l’arrosto non contrasta con l’incenso, ma lo completa.
Con uno stile che sa unire competenza e ironia, le autrici – una storica appassionata di tradizioni culinarie e una giornalista culturale – offrono un’opera colta e accessibile, perfetta per chi ama scoprire il lato “terreno” della grande Storia. E per chi, leggendo, vuole già annotarsi qualche ricetta da provare.