La ‘mpanata non è altro che quella che altrove viene considerata una schiacciata, un prodotto da forno artigianale tipico siciliano, a base di pane, broccoli, che qui chiamano Sparacelli e formaggio primosale.
Sull’isola questo prodotto rappresenta un’eccellenza gastronomica; in alcune città è il simbolo di feste invernali ed anche di semplice armonia familiare, tanto da essere molto imitato ed entrato anche tra le produzioni delle aziende industriali ed artigianali.
La sua preparazione è abbastanza semplice e si divide in due fasi, quella relativa alla pasta e quella per il ripieno.
Per la pasta serve farina di semola, lievito di birra, un cucchiaino di bicarbonato, una tazzina d’olio d’oliva ed un pizzico di sale.
Per il ripieno, invece, sono necessari gli Sparacelli, cioè i broccoli, salsiccia di maiale, formaggio primosale, olio, sale, peperoncino rosso.
Le focacce che servono sono almeno due, che una volta riempite vanno sovrapposte ed unite a formare una specie di calzone o crescione, come vengono chiamati in certi posti del nord Italia.
Una volta preparati i fogli di pasta, come si fa di norma, si devono pulire e scottare in acqua salata gli sparacelli, che devono poi essere conditi con la salsiccia cruda a pezzetti, il peperoncino rosso e un filo d’olio.
A questo punto si riempie la focaccia con il ripieno e con le fette di formaggio primosale, si ricopre con l’altro pezzo di focaccia unendo i due pezzi nei bordi e si mette nel forno caldo per circa mezz’ora, prima di mangiarla ben calda.
Come sempre succede, ogni massaia ed ogni fornaio ha la sua ricetta che varia da un paese all’altro.
C’è chi per il ripieno usa anche le patate, il cavolfiore, il pomodoro maturo, le cipolle; altrove si usano i giri, come sono chiamate le verdure campagnole locali le olive ed i pomodorini secchi; comunque la si faccia, la ‘mpanata che si mangia in Sicilia, è una vera delizia per il palato.