Stamattina risalgo le quattro curve che da Asti mi portano a Castagnole Monferrato, terra di Ruché. Devo intervistare il Sindaco, Francesco Marengo. Voglio ascoltare la voce di un Amministratore locale che mi parli più in dettaglio di “Panorama Monferrato”, la mostra d’arte diffusa che dal 4 all’8 settembre 2024 sarà ospitata proprio a Castagnole Monferrato e in altri 3 comuni del Monferrato e che mette in relazione arte, architettura, antichità e contemporaneo con il territorio e le sue comunità.
Si tratta di un racconto inedito capace di riunire antico, moderno e contemporaneo in un itinerario che condurrà, ancora una volta, alla scoperta di un angolo straordinario d’Italia e, in questa quarta edizione, del Piemonte: uno straordinario viaggio nell’arte, per scoprire l’Italia più nascosta, ma straordinariamente bella, attraverso lo sguardo dei galleristi.
Ma desidero anche sapere dal Sindaco lo stato di salute di questo bellissimo fazzoletto paesaggistico, che si chiama Monferrato, e che stenta a decollare.
Cosa significa ospitare Panorama Monferrato a Castagnole Monferrato: Sindaco, come si sta preparando il Comune per ospitare questo importante evento, quali location, quali preparativi…
“Siamo stati contattati dall’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero e successivamente da Italics, ideatore del progetto. Hanno fatto diversi sopralluoghi per rendersi conto del nostro territorio e selezionare i luoghi simbolo della manifestazione. Desidero sottolineare la collaborazione tra l’Ente del Turismo della provincia di Asti e l’Agenzia Turistica Locale della provincia di Alessandria, Alexala, in quanto l’evento coinvolge Castagnole Monferrato e Montemagno Monferrato, in provincia di Asti, assieme a Camagna Monferrato e Vignale Monferrato, in provincia di Alessandria. Per noi monferrini questa collaborazione vuol dire apertura, allargare i confini, volontà di crescere insieme. Speriamo che la cosa continui su altri fronti”.
“Abbiamo fatto conoscere alcuni luoghi simbolo che potessero adattarsi ai temi della mostra e gli organizzatori hanno scelto come luoghi simbolo, la Chiesa barocca dell’Annunziata, l’ex Asilo Comunale, un’antica residenza privata, una delle storiche abitazioni del paese, oggi proprietà di una famiglia danese, e per ultimo l’ex Teatro Comunale”
Percorrere con lentezza luoghi e cammini che portano alla contemplazione è uno dei temi conduttori del turismo dei nostri tempi. Il visitatore contemporaneo di Panorama Monferrato compirà il suo cammino tra Castagnole Monferrato, Montemagno, Camagna e Vignale Monferrato, come a simboleggiare un percorso di meditazione che parte dai contrasti quotidiani per giungere a un livello di spiritualità, anche laica, favorito dall’arte. Come capitoli di un unico racconto, in ognuno dei quattro paesi si sviluppa un tema, trasversale alle epoche, utile per portare a compimento il viaggio.
Il tema sviluppato a Castagnole Monferrato riguarda la Sacralità dell’arte, anche laica, come possibilità di estraniamento dal quotidiano a favore della contemplazione. Noi ci troviamo, in questo momento, all’interno di questo gioiello artistico e architettonico che è la Chiesa dell’Annunziata, in stile barocco piemontese.
Sindaco, qui cosa avverrà, quale installazione sarà presente?
“Parto dal presupposto che Italics non si è sbottonata più di tanto sulle realizzazioni che saranno presenti in ogni location. Vuole lasciare un po’ di mistero, di suspense, per creare un motivo di attesa che forse in questi casi genera maggiore curiosità al visitatore. Da quanto abbia potuto capire, in questa sede spirituale e contemplativa avverranno giochi di luce particolari che portano all’esaltazione delle opere affrescate nelle singole cappelle Anche per le altre location siamo nella stessa situazione: top secret”
Come Amministrazione comunale come vi state preparando?
“Sicuramente metteremo in mostra il prodotto fondamentale di questo territorio che è il vino Ruché. Sarà allestito un punto degustazione con i produttori locali che faranno assaggiare i loro prodotti e metteranno in vendita le loro bottiglie. Il punto degustazione sarà operativo nell’Oratorio parrocchiale. Inoltre, stiamo contattando i quattro ristoranti della zona per creare un menu tipico legato alla mostra e offrire ai visitatori i piaceri della nostra splendida cucina monferrina.
Quali sono le attese, presumibilmente, sul numero di visitatori che nei 4 giorni graviteranno sui 4 luoghi della mostra
“Gli organizzatori ci hanno detto che lo scorso anno a L’Aquila, durante la manifestazione di ‘Panorama’ 2023, sono transitate 10 mila persone, un bel numero che speriamo si possa ripetere anche quest’anno sul nostro territorio. Probabilmente ci saranno delle navette che si sposteranno nei quattro paesi, a disposizione del pubblico. Sarà un’occasione interessante per i viaggiatori, così avranno modo di ammirare una campagna spettacolare, percorrere colline dove regna una biodiversità pazzesca e dove il tempo, ancora, scorre lentamente, per non parlare dell’occasione ghiotta per assaggiare la cucina monferrina e le sue specialità. Invito tutti a scoprire il nostro Monferrato, i nostri borghi, i nostri paesaggi: l’occasione della mostra è un motivo in più!”
A proposito di paesaggio monferrino, quando la strada risale verso Castagnole, all’altezza della Cantina Sociale del Ruché, il panorama cambia. Si presenta subito con l’abito più bello che è quello dei vigneti, dei filari preziosi di Ruché. Personalmente, quando attraverso questi borghi del Monferrato, partendo da Asti, ancor di più durante la settimana, il mio stato d’animo diventa contraddittorio: da un lato rimango estasiato dalla bellezza infinita del paesaggio rurale che mi sta attorno; dall’altro, mi assale un senso di angoscia per il totale silenzio che mi avvolge.
Molte case disabitate, nessun essere umano per le strade, ogni tanto qualche cane bellissimo in cerca di niente o un gatto frettoloso che si rifugia al primo vicolo; non un luogo del cibo o del vino, in tanti paesi, tutto diventa silenzio. Resta solo quella bellezza struggente che si fa osservare, che fa meravigliare, che è la campagna da favola, scenario incomparabile di bellezza autentica.
Questi luoghi rimangono sempre un po’ nell’ombra, non si presentano quasi mai sulla scena, se non in qualche caso.
Lei è sindaco qui a Castagnole per la quarta volta in trent’anni… come ha visto cambiare questo territorio!. Se avesse in mano una bacchetta magica cosa farebbe per farlo rinascere?
“Avessi la bacchetta magica, la prima cosa che cambierei sarebbe la testa dei monferrini. Noi siamo fatti così, vogliamo stare bene, vogliamo che le cose vadano bene per noi, per il resto ci interessiamo poco, non siamo molto collaborativi come avviene da altre parti del Piemonte, dove l’unione fa la forza. Noi restiamo ancora molto sparigliati ed è un peccato per tutto il Monferrato, che rimane unico dal punto di vista della bellezza. In trent’anni forse qualcosa è cambiato, sono fiducioso per il prossimo futuro, la mentalità sta cambiando, maggiore apertura, i giovani si stanno mettendo in gioco, attirando gente dall’esterno, da fuori regione ma anche da oltre confine, che vede qui da noi terreno favorevole per fare business. Noi abbiamo l’oro ma non ce ne stiamo approfittando”
Qui, non c’è la capacità o la volontà di riunirsi attorno al tavolo, o forse manca addirittura il tavolo
“Forse non esiste il tavolo, anche se abbiamo chiaro il concetto che il futuro di questi luoghi è legato al turismo. Un turismo di nicchia, selezionato, che abbia capacità di spesa importante, perché non abbiamo gli spazi ricettivi per il turismo di massa e su certe cose siamo ancora indietro”
Prendo, ora, spunto dalla Civil conversazione (un testo scritto da Stefano Guazzo e pubblicato nel 1574) cui si è ispirato il progetto “Panorama”: “Il singolo non progredisce, non cresce in solitudine ma solo nello scambio ideologico della comunità, soltanto nel dialogo, solo se capace di costruire una civile conversazione”
Esiste qui, a Castagnole Monferrato, dove lei è nato e che governa da diversi anni, il senso della “Civil conversazione”? O ancora si deve cercare, si deve trovare.
“Qui, da noi, è cominciata. Ci sono parecchi stranieri, qualcuno ha acquistato la casa, stiamo cercando di crescere, ampliare l’offerta dell’accoglienza come numero di posti letto. C’è ancora tanto da fare, però. L’età media degli abitanti dei comuni del Monferrato supera i sessant’anni ed è complicato far cambiare mentalità; le nuove generazioni mostrano una maggiore apertura, una sensibilità più accentuata. Abbiamo una vasta scelta di case da comprare, in tanti si sono insediati, perché innamorati dei luoghi, e le tante agenzie immobiliari che sono nate anche all’estero propongono le nostre abitazioni a prezzi per loro molto competitivi. Si registra una presenza consistente di svizzeri, di belgi, di tedeschi”
Quanto ha contribuito il Ruché a far conoscere questo territorio?
“Totalmente. La storia di don Giacomo Cauda, parroco e vignaiolo a Castagnole Monferrato negli Anni Sessanta, è molto particolare (“Che Dio mi perdoni – raccontava nei ultimi anni di vita – per avere trascurato a volte il mio Ministero e dedicarmi anima e corpo alla vigna”), attira l’attenzione; poi, la qualità di questo vino straordinario che su queste colline astigiane dà il meglio di se stesso, hanno sicuramente dato impulso non solo al nostro paese e serve ancora per portare su queste colline visitatori interessati”
Sindaco, per chiudere, cosa sogna per il Monferrato?
“Io sono nato su questa piazza sotto di noi e mi sento molto legato a questo territorio. Sogno che il Monferrato possa diventare un punto di riferimento internazionale. Mi auguro che a San Francisco, quando uno pronuncia la parola Monferrato, la gente sappia dov’è e cos’è. Desidero che il visitatore vada a vedere le Piramidi in Egitto ma che si porti anche da queste parti, per ascoltare un’altra bella storia e per godere di una meraviglia che l’UNESCO ha dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità assieme a Langhe e Roero”.
Che sia contemplazione, allora!. Il Sindaco, un po’ emozionato, vuole chiudere la conversazione con un senso di ottimismo, di speranza. Mi lascia con un detto che Don Giacomo Cauda, il parroco del Ruché, soleva ripeteva spesso: “2 + 2 non fa sempre 4”, prendendo in prestito la filosofia di Dostoevskij.
Se 2+2 facesse sempre 4, sarebbe insopportabile, non ci sarebbe più nulla da fare, ma nemmeno più nulla da conoscere. Non si può prevedere tutto, c’è sempre uno spazio imponderabile che può riservare delle sorprese.
Grazie Sindaco, per la sua disponibilità e la schiettezza.