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Una cassa d’acciaio che risale lentamente dalle acque azzurre di Castel dell’Ovo, e dentro, 450 bottiglie di limoncello, intatte dopo un anno di sonno marino. Una scena da pellicola cinematografica, quella del nuovo esperimento dell’Antica Distilleria Petrone, l’azienda casertana che da oltre 150 anni produce liquori e che ha deciso di spingersi oltre ogni tradizione: portare il limoncello sott’acqua.
Per gli scettici suona come una trovata di marketing che lascia il tempo che trova, e invece dietro c’è molto di più. La Distilleria Petrone non è nuova alle sfide scientifiche, già nel 2021 infatti era stata la prima azienda al mondo a testare l’invecchiamento sottomarino di liquori. L’idea nasce da una domanda semplice, se il mare è in grado di conservare il vino, perché non provare con i distillati? L’acqua di mare, si sa, è una custode formidabile: protegge da sbalzi termici, tiene lontana la luce, offre una pressione costante e un ambiente povero di ossigeno. È come un grande laboratorio naturale, dove il tempo scorre in modo diverso.
Durante la conferenza stampa presso il Reale Yacht Club Canottieri Savoia, abbiamo preso nota di un precedente: l’Elixir Falernum, liquore della stessa casa, immerso nel 2023 al largo di Mondragone e recuperato l’anno successivo. Su di esso si è concentrato uno studio del Dipartimento di Agraria della Federico II di Napoli insieme all’Università San Raffaele di Roma, condotto dai professori Pasquale Ferranti, Alessandro Genovesi e Salvatore Velotto.
L’affinamento sottomarino non è solo una curiosità, ma una forma diversa di interpretare la natura come alleato dell’artigianato. Il mare, con la sua pressione costante diventa una sorta di cantina liquida, dove il tempo rallenta e le molecole si riordinano in modo inedito.
Tra pochi mesi, quando le analisi saranno complete e le prime degustazioni ufficiali prenderanno il via, ne avremo la conferma. Ora il passo successivo sarà definire un disciplinare ad hoc per la commercializzazione di queste bottiglie uniche, e la Distilleria Petrone ha già pensato al packaging, affidandolo ai vincitori del concorso “One More Pack”, Vincenzo Volino e Sara Petrucci, che vestiranno il limoncello subacqueo con un design che richiama il mare, ma con eleganza contemporanea.
Dietro questa grande impresa, la mente e la determinazione di Andrea Petrone ha giocato un ruolo fondamentale: erede di una famiglia che da cinque generazioni porta avanti la distilleria più antica della provincia di Caserta, ha voluto guardare con ambizione sotto la superficie.
Prima che il limoncello si tuffasse nel blu, c’era già stato un precursore: l’Elixir Falernum, liquore intenso e aromatico ispirato all’antico vino Falerno, tanto amato nell’Antica Roma. Nel 2023 ha inaugurato il progetto di affinamento subacqueo dell’Antica Distilleria Petrone, venendo immerso al largo di Mondragone, proprio nei pressi dei resti sommersi dell’antica città di Sinuessa.
Le differenze, nette: il liquore affinato sott’acqua aveva sviluppato una maggiore complessità aromatica, con concentrazioni più elevate di furani e furanoni, che gli hanno donato profumi di caramello, tostato e fragola. Un dato misurabile. Il mare ha davvero “educato” il liquore, rallentandone il processo di maturazione e favorendo la formazione di nuove sfumature olfattive. Un esperimento che ha aperto la strada al progetto successivo: quello del limoncello.
Una cassa d’acciaio che risale lentamente dalle acque azzurre di Castel dell’Ovo, e dentro, 450 bottiglie di limoncello, intatte dopo un anno di sonno marino. Una scena da pellicola cinematografica, quella del nuovo esperimento dell’Antica Distilleria Petrone, l’azienda casertana che da oltre 150 anni produce liquori e che ha deciso di spingersi oltre ogni tradizione: portare il limoncello sott’acqua.Il 3 ottobre 2025, dopo dodici mesi trascorsi a 13 metri di profondità, le bottiglie sono riemerse davanti al porticciolo di Santa Lucia, accarezzate da un mare calmo e una curiosità collettiva palpabile. Una sorta di “vendemmia marina”, con tanto di sommozzatori, telecamere e ragazzi del progetto MareNostrum, giovani dell’Area Penale di Napoli che hanno partecipato al recupero.
Una scelta non casuale: dare a chi deve risalire un ruolo attivo nel portare alla luce qualcosa di prezioso.
Affinamento subacqueo, la nuova frontiera del gusto
Per gli scettici suona come una trovata di marketing che lascia il tempo che trova, e invece dietro c’è molto di più. La Distilleria Petrone non è nuova alle sfide scientifiche, già nel 2021 infatti era stata la prima azienda al mondo a testare l’invecchiamento sottomarino di liquori. L’idea nasce da una domanda semplice, se il mare è in grado di conservare il vino, perché non provare con i distillati? L’acqua di mare, si sa, è una custode formidabile: protegge da sbalzi termici, tiene lontana la luce, offre una pressione costante e un ambiente povero di ossigeno. È come un grande laboratorio naturale, dove il tempo scorre in modo diverso.Nel caso del limoncello, le bottiglie hanno trascorso un anno in un ambiente stabile, con una temperatura media di circa 14 gradi, immersi in una luce blu-verde che filtra dolcemente attraverso le onde. Nessuna ossidazione, nessuna vibrazione artificiale, solo la culla ritmica dell’acqua salmastra.
E ora, tornate in superficie, le bottiglie verranno sottoposte a un programma di analisi rigoroso, per capire se davvero il mare ha lasciato la sua firma su qualità e gusto.
Quando il mare cambia la chimica del profumo
Durante la conferenza stampa presso il Reale Yacht Club Canottieri Savoia, abbiamo preso nota di un precedente: l’Elixir Falernum, liquore della stessa casa, immerso nel 2023 al largo di Mondragone e recuperato l’anno successivo. Su di esso si è concentrato uno studio del Dipartimento di Agraria della Federico II di Napoli insieme all’Università San Raffaele di Roma, condotto dai professori Pasquale Ferranti, Alessandro Genovesi e Salvatore Velotto.I ricercatori hanno messo a confronto 17 bottiglie “marine” con altrettante “di terra”, cioè invecchiate in cantina. Le analisi, eseguite con un naso elettronico dotato di dieci sensori, e poi con strumenti chimico-fisici di precisione, hanno evidenziato un fenomeno interessante: i campioni subacquei contenevano una maggiore concentrazione di furani e furanoni.
Questi nomi significano una cosa sola: aromi. In pratica, il mare non ha solo conservato il liquore, ma lo ha “educato” con note aromatiche più profonde e rotonde. Al contrario, i campioni rimasti in cantina sono maturati più in fretta, come se la terra li avesse spinti a correre, mentre il mare insegnava loro pazienza. Si è potuta determinare quindi la concentrazione totale di polifenoli, antociani, azoto amino libero e proteine totali, studiato il profilo dei composti organici volatili mediante l’applicazione del Naso Elettronico e dell’GC/MS, per comprendere il processo evolutivo delle molecole.
I fondali come laboratorio naturale
L’affinamento sottomarino non è solo una curiosità, ma una forma diversa di interpretare la natura come alleato dell’artigianato. Il mare, con la sua pressione costante diventa una sorta di cantina liquida, dove il tempo rallenta e le molecole si riordinano in modo inedito.E in fondo, è proprio questo che fa la differenza tra un liquore buono e uno straordinario: il tempo. Un tempo non solo cronologico, ma ambientale. Un tempo “sentito” dal liquido. L’esperimento di Petrone è dunque un viaggio sensoriale, scientifico e simbolico. È la prova che la tradizione non è una gabbia, ma una scogliera solida da cui tuffarsi. E che anche un prodotto così radicato come il limoncello può reinventarsi, senza perdere la propria identità.
Tra pochi mesi, quando le analisi saranno complete e le prime degustazioni ufficiali prenderanno il via, ne avremo la conferma. Ora il passo successivo sarà definire un disciplinare ad hoc per la commercializzazione di queste bottiglie uniche, e la Distilleria Petrone ha già pensato al packaging, affidandolo ai vincitori del concorso “One More Pack”, Vincenzo Volino e Sara Petrucci, che vestiranno il limoncello subacqueo con un design che richiama il mare, ma con eleganza contemporanea.Cosa cambia, davvero, nel sapore di un limoncello che ha dormito un anno sott’acqua? Commenti e ipotesi, a seguito della degustazione, sono stati affascinanti: profumi più complessi, dolcezza più equilibrata, finale sapido, meno aggressivo. “Un’altra cosa”, lo definisce Andrea Petrone. Questi risultati potrebbero aprire nuove prospettive nel mondo dei liquori artigianali. Se confermato dai ricercatori, potremmo parlare di un vero e proprio ‘limoncello marino’, seguendo una tendenza già applicata a whisky, rum, vino e champagne.
Andrea Petrone, il visionario del mare
Dietro questa grande impresa, la mente e la determinazione di Andrea Petrone ha giocato un ruolo fondamentale: erede di una famiglia che da cinque generazioni porta avanti la distilleria più antica della provincia di Caserta, ha voluto guardare con ambizione sotto la superficie.Per Petrone, il mare non è solo scenografia, ma un elemento vivo, un collaboratore naturale. “L’acqua salata custodisce, protegge, conserva”, ama dire. Da questa intuizione è nata la sfida dell’affinamento subacqueo, un progetto che unisce la tradizione artigianale dei liquori alla ricerca scientifica e al rispetto per l’ambiente. Non un vezzo, ma una vera sperimentazione tecnico-sensoriale, costruita passo dopo passo con università, sommozzatori, ingegneri e ricercatori.
Sotto la sua guida, l’azienda ha riscoperto un modo di raccontare il proprio territorio. “La tradizione non è un museo — spiega Petrone — è un laboratorio. E il mare è il nostro banco di prova”. Con questa filosofia, l’Antica Distilleria Petrone non solo si conferma custode del gusto campano, ma anche apripista mondiale di una nuova frontiera. “Oggi posso dire di aver vinto la scommessa. Siamo pionieri di questo nuovo processo di affinamento. I risultati scientifici sono fondamentali, ci permettono di aprire nuovi orizzonti. Ma soprattutto di rivolgerci alle istituzioni. Abbiamo ottenuto un disciplinare delle politiche agricole e un brevetto, davvero impensabile.”
Elixir Falernum: il primo viaggio sottomarino
Prima che il limoncello si tuffasse nel blu, c’era già stato un precursore: l’Elixir Falernum, liquore intenso e aromatico ispirato all’antico vino Falerno, tanto amato nell’Antica Roma. Nel 2023 ha inaugurato il progetto di affinamento subacqueo dell’Antica Distilleria Petrone, venendo immerso al largo di Mondragone, proprio nei pressi dei resti sommersi dell’antica città di Sinuessa.Per un anno intero, quelle bottiglie sono rimaste adagiate sul fondale, tra sabbia e correnti, protette da speciali gabbie d’acciaio. Lì, a circa dodici metri di profondità, il mare ha lavorato silenziosamente e quando le bottiglie sono state riportate in superficie, nel 2024, non erano più le stesse.
Le differenze, nette: il liquore affinato sott’acqua aveva sviluppato una maggiore complessità aromatica, con concentrazioni più elevate di furani e furanoni, che gli hanno donato profumi di caramello, tostato e fragola. Un dato misurabile. Il mare ha davvero “educato” il liquore, rallentandone il processo di maturazione e favorendo la formazione di nuove sfumature olfattive. Un esperimento che ha aperto la strada al progetto successivo: quello del limoncello.L’Elixir Falernum, insomma, è stato il primo banco di prova, la dimostrazione che la tradizione e la scienza possono convivere. Andrea Petrone lo ha definito “un liquore che ha imparato a respirare il mare”, l’essenza di una ricerca che oggi mette l’Italia al centro dell’innovazione nel mondo dei distillati artigianali.