L’estate si avvicina a passi da gigante. Tantissimi italiani stanno programmando le vacanze estive, pensando in moltissimi casi a qualche destinazione in riva al mare. Anche per aiutare gli amanti del mare e delle spiagge italiane nella scelta del beach club ideale dove trascorrere la propria estate è arrivata in libreria la seconda edizione della “Guida ai migliori beach club d’Italia” (Morellini Editore – pp. 248+4, prezzo 22 euro), arricchita ed accompagnata dal sito italianbeach.club e dal podcast Beach Advisor – Le spiagge più belle d’Italia, realizzato con Loquis e dai profili social.
Una guida unica dedicata al mondo degli stabilimenti balneari frutto di un viaggio di oltre novemila chilometri attraverso tutta la costa italiana, che ha toccato anche cinque mari e quindici regioni, per un totale di 300 strutture che, a giudizio degli autori, rappresentano il top dell’offerta vacanziera nell’ambito degli stabilimenti balneari.
A compiere questo viaggio sono stati i curatori della guida, il giornalista Andrea Guolo e l’attrice teatrale e blogger Tiziana Di Masi in veste di consulente esperienziale. Ogni scheda racconta l’esperienza, il mood che si respira e l’unicità del beach club visitato. L’attribuzione di un voto espresso in centesimi per ciascun criterio – location (0-20 punti), servizi (0-20 punti), design (0-15 punti), ristorazione (0-15 punti), beverage (0-15 punti) e mood della struttura (0-15 punti) – ha dato origine alla graduatoria finale, da uno a tre ombrelloni gold. In quest’ultima categoria si collocano quelle strutture che nella somma dei vari punteggi hanno realizzato da 90 punti in su. I “tre ombrelloni” sono stati assegnati a quei beach club che hanno totalizzato da 80 a 89 punti.
13 stabilimenti balneari su 300 sono al top
Sono tredici su 300 gli stabilimenti italiani che hanno ottenuto, secondo il giudizio dei curatori, il massimo riconoscimento concesso dalla guida ovvero i tre ombrelloni gold: due in Liguria (Bagni Fiore a Paraggi ed Eco del Mare a Lerici), uno in Friuli Venezia Giulia (The Club by Purobeach a Sistiana), tre in Toscana (Alpemare e Bagno Piero a Forte dei Marmi e Twiga a Marina di Pietrasanta), tre in Sardegna (Phi Beach, Nikki Beach e Belmond Romazzino ad Arzachena), uno in Campania (La Scogliera a Positano) e tre in Sicilia (Nuova Spiaggia Paradiso a Letojanni, Lido Villeggiatura e Tao Beach a Taormina). Sono invece risultati 63 gli stabilimenti balneari a cui sono stati concessi i tre ombrelloni e ben 113 quelli premiati con i due ombrelloni.
La Lanterna “El Pedocin” di Trieste: spiaggia divisa tra uomini e donne
Nella guida è pure presente un “fuori classifica” che però è stato ritenuto meritevole di una menzione. Si tratta de “La Lanterna” qui conosciuto come “El Pedocin” (cioè piccolo pidocchio) uno stabilimento storico di Trieste (è stato inaugurato nel 1903) ed un caso unico in Italia e quasi sicuramente anche in Europa. Infatti mantiene tuttora una rigorosa divisione di genere, con la spiaggia di sinistra riservata alle donne e quella di destra agli uomini. Il nome “La Lanterna” trae sicuramente origine dalla vicinanza con l’omonimo faro, da tempo non più funzionante, che all’epoca dell’apertura dello stabilimento balneare era perfettamente attivo.
Un progetto unico nel suo genere
La “Guida ai migliori beach club d’Italia“, progetto unico nel suo genere, va a coprire un canale finora scoperto nonostante la sua importanza economica e sociale nel periodo estivo. Inoltre, ha una valenza multimediale e si rivolge naturalmente ai beach lovers ma può essere anche un utile strumento di confronto per gli operatori del settore che, per la prima volta, hanno a disposizione una mappa dell’offerta completa, e anche per le istituzioni, in vista dell’applicazione della direttiva Bolkestein.
«Questa guida – spiegano Guolo e Di Masi – è una selezione delle migliori strutture italiane. I beach club hanno un valore sempre più rilevante all’interno del sistema turistico e sono diventati essi stessi una destinazione, esattamente come lo sono gli hotel di prestigio internazionale e come i ristoranti e i locali presenti nei centri balneari d’Italia».
«Da parte nostra – evidenzia Andrea Guolo – si è cercato di perfezionare i criteri di selezione, inserendo quelle strutture che non avevamo, colpevolmente, considerato nella prima edizione. Sono quindi entrati nuovi beach club esistenti e, naturalmente, quelli nati proprio nel corso dell’ultima estate, che ha riservato parecchie sorprese in questo senso. Gli investimenti si moltiplicano perché la stagionalità, fortunatamente, tende ad allungarsi; perché il settore è florido; perché nel mercato stanno entrando gruppi dalle spalle molto solide e che contribuiranno ad alzare ulteriormente il livello qualitativo dei beach club della nostra bella Italia».
Offerta in forte evoluzione anche in ragione della Bolkestein
«Ciò che definisce esattamente un beach club – sono parole di Tiziana Di Masi – sono i suoi servizi. Gli arredi di design, la qualità e varietà dell’offerta ristorativa, la carta dei vini e dei cocktail, la presenza di momenti diversi all’interno della giornata. Chi sceglie un beach club vuole che parli la sua stessa lingua, che rifletta il suo modo di vivere la vita. Un luogo pulito, curato, ben arredato, dove poter mangiare senza sentirsi appesantito, gustando un calice di vino o un cocktail fatto a regola d’arte per celebrare l’orario dell’aperitivo. Oppure – prosegue Di Masi – in base allo stile di vita del cliente stesso, un luogo dove stare sempre in movimento, trascorrendo la giornata fra bagni, sport acquatici o attività in spiaggia e fare le ore piccole con concerti e sfrenati balli in spiaggia».
«L’offerta è in forte evoluzione – concludono i due autori – anche a seguito dell’applicazione della direttiva Bolkestein che in alcune regioni d’Italia è già avvenuta. Crediamo che il bello debba ancora arrivare»