Si troveranno a Torino gli oltre 100 cuochi internazionali per celebrare la quinta edizione di Buonissima, una delle manifestazioni gastronomiche più importanti del nostro Paese. Dal 22 al 26 ottobre 2025, Torino sarà capitale del cibo.

Presentazione Buonissima 2025. Ph Andrea Di Bella
L’evento gastronomico, ideato dallo chef Matteo Baronetto e dai giornalisti Stefano Cavallito e Luca Iaccarino, torna ad animare la città dopo la straordinaria edizione estiva, organizzata in occasione della cerimonia torinese della The World’s 50 Best Restaurants.
Buonissima 2025 promette un’edizione ricca, con numeri ancora più importanti rispetto al passato, che vogliono ribadire il ruolo centrale che la città riveste nel panorama enogastronomico italiano e internazionale.
Cinque giorni con oltre 15 format gastronomici per un totale di più di 120 appuntamenti diffusi in tutta la città, con il coinvolgimento di oltre 70 location e 100 chef provenienti da ogni angolo del pianeta.
La kermesse, che negli scorsi anni ha ospitato chef del calibro di Massimo Bottura, Ferran Adrià, Alain Ducasse, Enrico Crippa, Virgilio Martinez e René Redzepi, conferma anche quest’anno la duplice e inconfondibile anima che l’ha contraddistinta finora. Da un lato il carattere pop delle trattorie e dei bistrot, dall’altra, lo spirito top delle mete di alta cucina. Ristoranti unici in cui gli chef propongono una filosofia visionaria e unica nella scena gastronomica internazionale.
Tornano gli ormai consolidati format di Buonissima come:
- “Metti Torino a Cena”, in cui gli chef torinesi si confrontano con colleghi italiani e internazionali in inedite cene a quattro mani;
- “Piolissima”, che esalta la cucina tradizionale servita nelle piole della città;
- “Opening Dinner”, la cena itinerante che esalterà la bellezza di Palazzo Madama, residenza storica reale situata nel cuore della città, con il contributo di 10 chef protagonisti della scena gastronomica italiana. Ma nell’evento di ottobre, naturalmente, ci sarà spazio anche per nuovi appuntamenti e idee per celebrare il meglio di una città Buonissima attraverso il Cibo, l’Arte e la Bellezza.
Buonissima fa dialogare mondi apparentemente diversi, unendo l’arte e i suoi loghi alla gastronomia e i suoi interpreti, con il risultato di contribuire alla creazione di nuova bellezza. Tutti gli eventi di Buonissima lavorano in questa direzione, omaggiando e promuovendo il rapporto tra cibo, arte e bellezza in maniera trasversale e universale.
Una cena dedicata all’arte, all’interno di Gallerie d’Italia, un tram che metterà in mostra tutta la ricchezza enogastronomica piemontese, un format inedito che debutta in questa edizione: lo “Chef’s Table”, il più intimo degli appuntamenti nel palinsesto. E per finire, l’incontro tra Barcellona e Torino in occasione del collaudato evento “BistroMania”. Sono solo alcune delle novità che caratterizzeranno Buonissima 2025.

Presentazione Buonissima 2025. Ph Andrea Di Bella
“Questa città ha un grande potenziale dal punto di vista dell’enogastronomia – afferma Luca Iaccarino, co founder -, della cultura del cibo oltre ad essere una gran bella città. Volevamo mettere in campo un qualcosa in cui il cibo non interagisse coi produttori, con l’agricoltura, con il tema della società dei diritti, ma con i temi del bello, del patrimonio culturale e artistico della città. Buonissima: Cibo, Arte, Bellezza è un festival diffuso, che fa vivere tutta la città, una grande festa della cucina da cui, spero, possano nascere altre idee!”.
“Quando, per la prima volta pensammo, assieme a Luca e a Matteo, a Buonissima – racconta Stefano Cavallito -, volevamo fare qualcosa che servisse alla città. Solo Torino avrebbe potuto accogliere questa manifestazione: arte, cibo e bellezza potevano soltanto qui dialogare. Diversi Palazzi istituzionali o dimore storiche o aziende di prestigio torinesi ospiteranno cene straordinarie di notevole impatto e suggestione”.
A margine della presentazione, mi soffermo con lo chef Matteo Baronetto, co-founder di Buonissima e gli chiedo della cucina oltre Buonissima:
“Se guardo al futuro posso dire che la cucina sta andando sull’unicità, sullo stile, su un binario di identità – ribadisce l’ex stella Michelin del ‘Ristorante del Cambio’, Matteo Baronetto -; il cliente sceglie in funzione di un’offerta riconoscibile. Ci sarà meno omologazione e noi italiani siamo bravi in tutto questo”.