Ad Orvieto, bellissima città in provincia di Terni, in Umbria, ogni palazzo, casa, chiesa, strada, è fatta, in tutto od in parte, col tufo; questa città sorge infatti in vetta ad una montagna di tufo alla quale sembra aggrapparsi in precario equilibrio per non cadere nella vallata sottostante.
Di origini antichissime, il piccolo centro ternano a 325 metri slm, 21.000 abitanti circa, poco distante dalla vallata del Tevere, fu un importante centro del periodo etrusco prima, di cui fu una delle dodici città stato, e romano poi, come testimoniano i vari siti archeologigi portati alla luce, metà di turisti da tutto il mondo.
Le necropoli etrusche
Le necropoli etrusche portate alla luce da diverse campagne di scavo dimostrano come in tale periodo la città, sopra il suo colle che le dava l’aspetto di una fortezza naturale, fosse un fiorente centro commerciale ed artistico, vivendo un periodo di particolare splendore.
Un periodo analogo tornò solo mille anni dopo e dopo secoli di lotte, guerre e distruzioni, quando Orvieto e la sua cittadella altomedievale divenne una potenza militare indiscussa, e vide nascere nel suo territorio urbano splendidi palazzi e monumenti.
Periodo di gloria che portò con se lotte intestine per il potere, tra le fazioni guelfe e ghibelline prima e quelle religiose poi.
Il Duomo di Orvieto
Al periodo medioevale, fine ‘200 inizio ‘300, risale il Duomo di Orvieto, autentico capolavoro dell’architettura gotica italiana, cui misero mano più di venti fra architetti e scultori fino alla sua definitiva conclusione ben due secoli più tardi.
La facciata della cattedrale è decorata da una grande serie di bassorilievi e sculture; è armoniosa ed equilibrata, uniforme nello stile, merito soprattutto del rispetto del progetto e delle forme gotiche iniziali, mantenute da tutti coloro i quali vi hanno posto mano; i quattro pilastri laterali, ciascuno con una guglia in vetta, la dividono in tre settori.
Al centro della facciata vi è un magnifico rosone con mosaici negli spicchi che raffigurano Sant’Agostino, San Gregorio Magno, San Girolamo e Sant’Ambrogio, mentre nelle edicole laterali sono collegate le statue dei 12 profeti.
Internamente il Duomo di Orvieto è caratterizzato dall’alternanza di fasce di basalto e travertino della navata centrale e nei suoi pilastri di chiara matrice senese, che ripete la decorazione laterale esterna pareti.
Tra i vari affreschi che vi sono conservati, opere di Luca Signorelli, Beato Angelico, un preziosissimo reliquiario opera di un orafo senese del ‘300, un’acquasantiera quattrocentesca in marmo ed un organo monumentale del ‘500.
Tra le altre vestigia di natura sacra vantate dalla città orvietana, la millenaria Chiesa di San Giovenale; quella di Sant’Andrea, costruita sulle rovine di un tempio pagano e di una chiesa paleocristiana; la Chiesa di San Domenico e l’Abbazia di San Severo e Martino di epoca altomedioevale.
Il Pozzo di San Patrizio
Ma oltre alle necropoli ed al Duomo, Orvieto viene ricordata anche per il suo Pozzo di San Patrizio, autentico capolavoro di ingegneria idraulica, costruito da Antonio da Sangallo il Giovane tra il 1527 ed il 1537,
Profondo 53 metri e largo 13, scavato nel tufo della roccia su cui sorge il paese, ha due rampe elicoidali a senso unico, completamente autonome e servite da due diverse porte, che consentivano di trasportare con i muli l’acqua estratta, senza ostacolarsi e senza dover ricorrere all’unica via che saliva al paese dal fondovalle.
Nonostante le tante belle cose che richiamato ad Orvieto turisti da ogni parte del mondo, la città non ha dormito sugli allori ed organizza numerose iniziative, tra cui “Umbria Jazz Winter”, “Orvieto Comics”, la “Festa della Palombella” in occasione della Pentecoste, il “Palio dell’Oca” la “Processione del Corpus Domini ed il “Presepe nel Pozzo”.
L’enogastronomia di Orvieto, città slow, con “Orvieto con Gusto” ed a “Frantoi Aperti”, mette in vetrina l’arte della norcineria umbra assieme all’olio d’oliva, ai funghi ed ai tartufi di cui il territorio è ricco, alle castagne e prodotti del sottobosco, senza dimenticare l’ottimo vino Orvieto Doc nelle sue varie declinazioni, ingrediente principale anche di un piatto molto singolare, la “gallina ubriaca”.