C’è su una collina dell’alto biellese, un comune piccolissimo, Casapinta, di nemmeno 400 abitanti dispersi tra il capoluogo ed altre sei frazioni immerse tra i boschi.
Pillole di storia
Originariamente il piccolo borgo si chiamava Mortigliengo, che significa “Campo dei morti” e deriva da un fatto storico avvenuto nel 101 a.C., quando i Cimbri, popolazione di origine germanica, furono completamente distrutti dagli eserciti Romani, comandati dal Console Caio Mario.
In epoca medioevale il territorio, in precedenza praticamente selvaggio e disabitato, si ripopolò attorno alla chiesa di Mezzana, uno dei suoi cantoni.

Nei secoli successivi Casapinta passò da una signoria all’altra, fino ad essere anche comune autonomo per alcuni secoli, sempre sotto un marchesato di casa Savoia.
Il piccolo borgo è costituito da cinque frazioni: Mezzana, il cui nome deriva dalla sua posizione che è appunto in mezzo a tutto il Mortigliengo e che era il centro civile e religioso del Comune; Strona, che ha preso il nome dal torrente che scorre nel fondo della valle, il cui significato è, appunto, corso d’acqua; Crosa, nome di origine celtica che significa voragine o una profonda fossa, poichè è posto sopra un terreno che divalla ripido verso il torrente Strona; Casapinta, che significa casa dipinta. Viene chiamato così dopo la visita pastorale del 4 Ottobre 1606, quando il Vescovo dice di aver visitato l’oratorio di S. Lorenzo “de domo picta” e, infine Soprana, che vuol dire posto in alto, di sopra, come se si dicesse Cantone Superiore.
Il territorio di Casapinta è sempre stato caratterizzato da pascoli, e campi coltivati a granaglie e vigneti, boschi cedui, alberi d’alto fusto o fruttiferi e castagneti. Negli ultimi due secoli il territorio boschivo si è intensificato, a scapito delle coltivazioni di vigne che vennero praticamente abbandonate; anche oggi Casapinta è un insieme di piccoli borghi dove regna la pace e la tranquillità, lontana dai flussi turistici che non siano quelli di chi cerca posti simili per riposare.
In paese c’è la chiesa parrocchiale di San Lorenzo, edificata nel 1600 su un edificio preesistente, che contiene all’interno un altare plicromo sovrastato da un’icona ottocentesca.
Terra di cavalli e birocciai
Una particolarità di Casapinta e del suo territorio riguarda la presenza nella zona, all’inizio del novecento, di una grande quantità di muli e cavalli per il trasporto di cose e persone e per i lavori agricoli. Come per le persone, esisteva un apposito registro anagrafico di questi animali così importanti per la vita degli abitanti, molti dei quali ne ricavavano sostentamento grazie alle attività di carrettiere e conducente di vetture a cavalli.
Nei suoi dintorni sono state reimpiantate numerose vigne, che caratterizzano il territorio, circondate da boschi, dove crescono abbondanti i funghi che sono un elemento imprescindibile della cucina locale.
La zona del Biellese è anche conosciuta per la sua cucina, a partire dai formaggi, tome come il “Maccagno” o formaggi freschi come il “Beddu”, passando per i dolci quali i “Torcetti” e i “Canestrelli” per arrivare ai vini, come il Lessona Doc, le cui vigne possono essere ammirate a pochi passi da Casapinta.
Piatti tipici della zona la “pulenta cunscia” (polenta con formaggio fuso), la “Bagna cauda” e il riso prodotto su scala nazionale.