C’è un momento, all’interno di Palazzo Boncompagni , in cui la luce sembra farsi materia. Riflessa, frantumata, dilatata. Camminando tra le opere di Alfredo Pirri, lo sguardo è costretto a decostruire e ricomporre continuamente la realtà, in un gioco di superfici che si fanno specchio e visione. È qui, in questo spazio sospeso tra la storia e la sperimentazione, che arte e musica si sono incontrate in una serata capace di amplificare il senso dell’intera esposizione.
Il respiro della luce

Artista Alfredo Pirri
La mostra di Pirri a Palazzo Boncompagni non è solo un’esposizione, ma un’esperienza immersiva che dialoga con l’architettura rinascimentale, trasformandola in un palcoscenico di rifrazioni e ombre. Le superfici specchianti, elemento distintivo della ricerca dell’artista, amplificano lo spazio, frammentano la percezione, ci costringono a guardare oltre l’immagine. È un’arte che gioca con la fragilità e la trasformazione, in cui la luce non è mai statica, ma un respiro che si espande e si contrae nel tempo.
“Le mie opere non vogliono imporsi come oggetti da contemplare, ma come dispositivi di visione,” mi racconta Alfredo Pirri. “Quello che accade sulla loro superficie non è mai prevedibile: la luce, il movimento delle persone, persino l’atmosfera del luogo contribuiscono a renderle ogni volta diverse.”
Quando il suono attraversa lo spazio

Trombettista: Paolo Fresu
E proprio il tempo e il movimento sono diventati protagonisti della serata evento, in cui la musica ha amplificato la dimensione percettiva delle opere. Il musicista Paolo Fresu,trombettista di fama mondiale e l’esponente più importante del jazz italiano, ha creato un paesaggio sonoro che sembrava sgorgare direttamente dalle superfici vetrate, in un dialogo intimo con le installazioni.
Le note si sono intrecciate con i riflessi, accompagnando il pubblico in una dimensione quasi onirica, in cui il confine tra immagine e suono si è dissolto. “L’idea era quella di non sovrapporre la musica all’opera, ma di entrarci dentro, di farla risuonare,” spiega Paolo Fresu “Ho cercato di interpretare l’energia che emerge dalle superfici, di tradurla in frequenze e vibrazioni”.
Il pubblico ha risposto con un silenzio carico di ascolto. Gli sguardi si muovevano lentamente nello spazio, cercando di afferrare il dialogo sottile tra i linguaggi. Un’esperienza che ha reso tangibile l’idea di sinestesia, in cui la vista e l’udito si sono fusi in un’unica percezione fluida.
Oltre lo specchio
Questa mostra non è solo un’indagine sulla materia e sulla luce, ma anche un invito a riconsiderare la nostra presenza nello spazio. Pirri ci chiede di essere parte dell’opera, di specchiarci, di perderci e ritrovarci in un gioco infinito di riflessi. E la musica, quella sera, ha reso questa esperienza ancora più viva, più vibrante.

pubblico palazzo Buoncompagni
Forse l’arte serve proprio a questo: a ricordarci che siamo fatti di luce e di suono, di immagini in continuo mutamento. E che, a volte, basta fermarsi ad ascoltare per vedere davvero.
La mostra inaugurata il 4 febbraio è stata prorogata fino al 4 maggio 2025.
La performance inaugurale “ Ritratto di Palazzo con signora”, sarà visibile tramite un video arte che troverete alla mostra. L’Happening ha visto la partecipazione dell’artista insieme a Paola Pizzighini Benelli, proprietaria del palazzo, in un atto simbolico che ha sottolineato la connessione tra l’opera d’arte e il suo contesto storico. Questo gesto ha evidenziato come l’arte possa reinterpretare e valorizzare gli spazi storici, creando nuove connessioni emotive e intellettuali.
Palazzo Boncompagni, via del Monte 8, Bologna.
La mostra è visitabile solo tramite visita guidata con prenotazione obbligatoria.
Orari
- Mar-Dom : 10.00-13.00 e 15.30-18.30
- Lun: chiuso.