Calo dei consumi, caro vino, dazi Usa, demonizzazione del settore, nuovi gusti e prodotti. Sono tanti i temi sul tavolo del Merano WineFestival che si svolgerà dal 7 all’11 novembre nella città altoatesina.
Temi anticipati dal presidente Helmut Köcher alla presentazione a Roma, nella sede di Coldiretti, della 34esima edizione dell’evento che si ispira al tema “Vision: Wine&Food Creators”, un omaggio ai produttori come autentici artefici del futuro del gusto.
L’apertura ai no e low alcol
Quest’anno per la prima volta sbarcano a Merano i vini no e low alcol. «Ne abbiamo parlato già nelle precedenti edizioni del Festival – ha spiegato Köcher – e oggi che sono diventati una realtà e non resta che approfondire il tema». La giornata inaugurale di venerdì 7 novembre, sarà quindi dedicata alle espressioni più innovative e sostenibili del panorama enologico contemporaneo, raccolte nel format TasteTerroir – bio&dynamica: 200 realtà tra vini biologici, biodinamici, naturali, Piwi, orange, in anfora, underwater e, per la prima volta, spazio alle referenze no-low. A me, personalmente – ha aggiunto il presidente della manifestazione – un vino senza alcol spaventa perché non è tracciabile, ha aromi aggiunti, non è regolamentato. Condivido la posizione del ministro delle politiche agricole che in un’intervista recente diceva che non dovrebbero chiamarsi vini. Per esempio, in America, si parla di proxy. Un termine che magari arriverà anche qua per differenziare queste bevande dal vino».
L’idea di puntare sulle mezze bottiglie

Helmut Köcher
Il fondatore del Merano WineFestival è intervenuto anche sul tema dei ricarichi del vino: «Abbiamo molti giovani che non bevono più perché i vini sono diventati troppo costosi. Capita, infatti, di entrate in un’enoteca e prendere un calice di Chardonnay a otto euro, quando l’intera bottiglia in Gdo costerebbe dieci euro. Lancio, quindi, una proposta che è un po’ un ritorno al passato: proporre le bottiglie di piccolo formato. Era un trend di fine anni ’80 che poi è quasi sparito, ma che oggi potrebbe rappresentare una soluzione: meno quantità e prezzo più basso senza rinunciare alla convivialità».
Allo stesso tempo, fa notare Köcher, «il prezzo del vino italiano deve aumentare sul mercato per entrare nella fascia di lusso. Quella al momento presidiata dalla Francia che ritroviamo negli indici Liv-ex. Un benchmark che niente ha a che fare con la qualità del vino».
Chiusura affidata alle bollicine
Infine, uno sguardo all’avanzata delle bollicine. «In Italia non ci sono solo denominazioni come Franciacorta o Trento Doc – ha osservato Köcher – ma anche spumanti da varietà tradizionalmente legate ad altri vini, come ad esempio il sangiovese. Rispolvero, quindi, un’idea lanciata anni fa: il marchio Magna Grecia metodo classico, dove metto dentro Calabria, Sicilia, Puglia».
E proprio l’ultimo giorno del Merano WineFestival, l’11 novembre, sarà dedicato alla spumantistica: da una parte la produzione italiana con 80 produttori, dall’altra la Francia con gli Champagne.
Un’app per acquistare i vini in degustazione
Tra le novità di questa edizione, la possibilità di acquistare i vini in degustazione, grazie alla partnership con la piattaforma digitale Most : il visitatore potrà aggiungere al carrello i prodotti semplicemente inquadrando dall’app il codice Qr esposto al banco del produttore. A fine giornata, i vini saranno acquistabili con un solo ordine e una sola spedizione.
di Loredana Sottile by Gambero Rosso